Digossina: nuove speranze di cura

Di recente, uno studio pubblicato sulla rivista Nature¹ ha fatto emergere un’ipotesi che potrebbe aprire nuove prospettive per i pazienti oncologici: un farmaco utilizzato da decenni per problemi cardiaci potrebbe avere un effetto positivo anche nella lotta contro il cancro. Si tratta della digossina, una sostanza che, secondo un gruppo di ricercatori dell’ETH di Zurigo guidati dal prof. Nicola Aceto, potrebbe ostacolare la diffusione delle cellule tumorali nel corpo, riducendo il rischio di metastasi.

Il cancro si diffonde attraverso un processo complesso, ma uno degli aspetti più importanti è la formazione di cluster di cellule tumorali circolanti. In parole semplici, si tratta di gruppi di cellule che si staccano dal tumore principale e viaggiano attraverso il sangue, dando origine a nuovi focolai tumorali in altre parti del corpo. Lo studio dell’ETH suggerisce che la digossina possa interferire con questi cluster, spezzandoli e riducendo così la loro capacità di propagarsi.

Per verificare questa ipotesi, il team ha condotto una ricerca su un piccolo gruppo di donne con tumore al seno metastatico. I risultati sono stati incoraggianti: dopo il trattamento con basse dosi di digossina, le dimensioni dei cluster tumorali nel sangue si sono ridotte in modo significativo, diminuendo il rischio di formazione di nuove metastasi. È ancora presto per trarre conclusioni definitive, ma questi primi dati fanno sperare che il farmaco possa diventare una nuova arma a supporto delle terapie già in uso.

Il prossimo passo sarà capire se la digossina possa avere un effetto simile su altri tipi di tumore, come il melanoma, il tumore alla prostata o il cancro al colon-retto. Se i risultati saranno confermati, il farmaco potrebbe essere riconsiderato per un utilizzo in oncologia, ampliando le opzioni di trattamento per i pazienti.

Uno degli aspetti più interessanti della digossina è che non si tratta di una sostanza nuova, ma di un farmaco già noto e ben studiato. Estratta da una pianta chiamata Digitalis purpurea, viene da anni impiegata per trattare problemi cardiaci come l’insufficienza cardiaca e la fibrillazione atriale. Questo rappresenta un grande vantaggio perché, a differenza dei farmaci sperimentali, la digossina potrebbe essere introdotta più rapidamente nelle cure oncologiche, grazie alla sua sicurezza già comprovata.

Ovviamente, serviranno ancora molti studi per comprendere meglio l’efficacia e i possibili effetti collaterali di questo approccio. Gli scienziati stanno già portando avanti nuove ricerche su un numero più ampio di pazienti per verificare se la digossina possa davvero rappresentare una nuova strategia per contenere la diffusione del cancro e migliorare le prospettive terapeutiche.

  1. fonte: https://www.nature.com/articles/s41591-024-03486-6